Home Bellezza e benessere A cosa servono le campane tibetane?

A cosa servono le campane tibetane?

by Laura C.

L’origine delle campane tibetane (singing bowl) non è chiara, la ricetta della fusione dei metalli che le caratterizzano e che conferisce al suono sfumature armoniche uniche, mozzafiato e di ampio respiro, ha spinto alcuni a ipotizzare un’origine extraterrestre.

E’ certo che questo strumento, definito campana ma utilizzato in maniera diversa da ogni altro che abbia lo stesso nome, ha avuto un’ampia diffusione.

 Si è diffusa dapprima in Tibet, poi nell’intera Asia e, solo in un secondo tempo, ha attecchito parzialmente nel resto del mondo.

La maggior delle campane tibetane parte sono costruite in Nepal ed è abbastanza semplice reperirle anche online da venditori del luogo. Sono principalmente soggetti che si premurano di diffondere la cultura del luogo, agendo nel rispetto della tradizione e dell’essenza del lavoratore.

Sono costituite da 7 metalli, oro, argento, rame, mercurio, piombo, stagno, ferro che corrispondono a 7 pianeti: Sole, Luna, Venere, Mercurio, Saturno, Giove, Marte.

Spesso sono battute a mano tuttavia, a volte si trovano stampate e decorate. In alcuni casi si riescono a trovare anche battute a mane e decorate a mano.

I costi sono variabili e superano con una certa facilità i 100 euro ma i benefici ripagano di un simile sacrificio. Più sono grandi e pià sono costose tuttavia, le più grandi sono più facili da suonare per i neofiti.

La grandezza è variabile e, le più piccole possono essere suonate direttamente sui chakras o sulle parti del corpo che necessitino di un trattamento, volendo anche solo su singoli punti dolenti. Le onde prodotte dalla campana appoggiata sul punto “malato” si propagano passando attraverso la pelle e agendo in profondità dando vita a un massaggio benefico.

Le più grandi, da suonare con un batacchio simile a quello usato per i Gong, fanno percepire tutta la loro potenza se tenute vicino al corpo. Dopo averle percosse, vibrano e risuonano facendo vibrare anche il corpo. Provate a suonarne una piuttosto ampia (attorno ai 40 centimetri) e tenetela vicino al cuore, vi sembrerà di sentire vibrare anche il cuore, un massaggio intenso e rivitalizzante indimenticabile.

La loro azione la si avverte su numerosi piani e, nonostante non siano disponibili ricerche scientifiche che certifichino la loro utilità, l’esperienza di molti ha dimostrato che armonizzano il campo aurico e promuovono la guarigione a livello cellulare.

Il suono pare che in alcuni casi abbia prodotto guarigioni inattese.

Le vibrazioni agiscono positivamente sulla muscolatura, l’apparato osseo, l’umore, il metabolismo, sulla struttura cellulare dell’intero organismo e aiutano a contrastare, tra le tante cose, lo stress.

In molti casi, i toni prodotti che richiamano il suono “Om”, aiutano a raggiungere stati profondi di rilassamento aprendo così la strada alla meditazione (non è un caso che vengano utilizzate per indicare l’inizio e la fine dei cicli di meditazione), al passaggio da uno stato di coscienza a un altro, alla preghiera, al riequilibrio dei chakras.

Come si suona la campana tibetana?

Suonarle non è complicato.

Appoggiate una campana tibetana sul palmo, quasi sulle dita e non stringetela con le dita. Questo infatti smorza la vibrazione.

Tenendo il batacchio in maniera non troppo rigida, percuotete la campana poi, iniziate a girare il batacchio suo bordo. Il movimento non deve essere troppo rapido e non troppo delicato. In brave il suono vibratorio, profondo, si protrarrà.

Suonare campane tibetane

Nel caso in cui il batacchio dovesse, nel corso di questo momento, “incespicare” per via della vibrazione della campana, aumentate leggermente la forza con cui percorrete il bordo.

Nel caso in cui doveste decidere di utilizzare la parte in legno del batacchio per suonare la campana, sappiate che state producendo una nota più “femminile”. Come in ogni cosa infatti, anche il batacchio e la campana producono sia il maschile che il femminile.

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