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Avevo in mente di leggere questo libro, “Ben”, scritto da Angelo Paratico già da tempo ma, per un motivo o per l’altro ero sempre costretta a rimandare poi, a settembre sono finalmente riuscita a entrarne in possesso e, alla prima occasione l’ho aperto e mi sono immersa nella lettura.
Ma andiamo con ordine.
Per parlare di questo libro si deve fare un salto nel tempo e arrivare al secondo conflitto mondiale; la morte di Benito Mussolini può essere considerata come avvolta nel mistero, nascosta da una propaganda e interessi politici superiori e, forse, ciò che la storia ci ha raccontato non corrisponde a verità. Il Duce aveva stretti rapporti con Churchill e, pare che tra i due, intercorresse una fitta corrispondenza che, se fosse venuta alla luce avrebbe potuto compromettere l’inglese. Per questo era necessario che venisse fatta sparire, distrutta per sempre, una sola traccia sarebbe stata una vera sconfitta, un’onta difficile da lavar via.
La cosiddetta pista inglese è tutta da scoprire e indagare perché potrebbe svelare particolari e importanti tessere di una storia intricata e “pericolosa”.
Molti sono i personaggi che si muovono sullo sfondo di un’Italia in cui partigiani e fascisti sono ai ferri corti, un paese dominato dal terrore di una guerra ormai giunta quasi al termine, un paese in cui le esecuzioni sono la normalità e l’odio la fa da padrona.
Marco è un comunista che, arruolato segretamente in un gruppo che aspirava all’instaurazione del regime comunista in Italia, ha il compito di catturare e portare al gruppo Mussolini vivo o morto; John, scozzese, viene inviato da Churchill in Italia per recuperare le lettere che i due si sono scambiati e potrebbero metterlo in guai seri, cancellando, con un colpo di spugna, la reputazione da lasciare ai posteri che con tanta “fatica” si è costruito nel tempo.
La figura di Mussolini che Churchill descrive a John è quella di una brava persona che si è messa nelle mani sbagliate, una marionetta mal guidata e mal consigliata, è la persona che paga per l’inettitudine di Casa Savoia e di Badoglio. In Italia John deve anche condurre un’ulteriore indagine che lo porti a scoprire quanto c’è di vero a riguardo di una bomba che, se realmente prodotta, potrebbe cambiare le sorti della guerra.
L’obiettivo primario è però trovare le lettere, le volontà e gli accordi non ufficiali per farli sparire definitivamente.
Siamo ormai a pagina 170 e lo scenario è chiaro, la narrazione è pronta per la lunga corsa che porterà al finale triste e non scontato; è a questo punto che i due uomini (John e Marco) sono pronti a incontrarsi.
Il compito sembra semplice da portare a termine, l’inglese incontra Benito e trova che sia l’ombra si se stesso, non certo quel dittatore che il mondo vedeva e conosceva, è un uomo che sente il fiato sul collo ed è disposto anche a cedere le lettere, purché venga garantita la sicurezza ai figli e alle sue donne, ma che in aggiunta, non si infierisca sull’Italia.
L’ordine dell’Inghilterra è uccidere Mussolini che, prima o poi, potrebbe spifferare; a spiazzare tutti è lui che si offre in ostaggio decidendo, di nascosto, di fare alcune copie dei documenti, in modo da approntare la sua difesa in vista di un possibile processo.
E’ in qualche modo proprio Mussolini a consegnarsi al suo destino, quello che lo porterà a essere ucciso sul lago di Como e, solo in seguito, portato a Milano ed esibito come un trofeo.
Non penserete però che la storia finisca qui vero? E i documenti? Saranno tutti nelle mani degli inglesi? Ci sono altre persone che se ne sono impossessate? Sarà necessario trovare delle copie?
E gli altri protagonisti, che ruolo hanno avuto e avranno dopo la morte del Duce?
Non mi dilungo per non rovinare la trama che merita di essere scoperta attraverso la lettura perché del tutto inattesa, con azioni impreviste, una storia che potrebbe apparire “già scritta” ma che in realtà offre scenari sempre nuovi, improvvisi cambi di direzione, intrighi e lo scorcio di vita di un uomo che arriva quasi a far tenerezza per il suo essere debole, influenzabile, una persona che ha interpretato una parte non adatta a lui.
In questo squarcio, le donne, fiere e battagliere, passionali e volitive, ne escono con le ossa rotte perché se è vero che in battaglia cercano di dare il meglio, combattono a fianco dei loro uomini dando loro la forza e l’appoggio di cui hanno bisogno, è anche vero che sono disposte a cedere il loro corpo al primo venuto, così, come se nulla fosse.
Non sapevo cosa avrei trovato scorrendo le pagine del libro, le informazioni in mio possesso erano poche e, forse, è stato meglio così perché non mi sono creata aspettative e ho potuto gustarlo pagina dopo pagina, lasciando che le parole mi trascinassero, facendomi diventare spettatrice attenta di una vicenda appassionante e dai molti risvolti.
Gli scorci di vita che si intersecano danno un senso a tutto il periodo, aiutano a calarsi nella storia, vivere un’epoca lontana, quasi sentire sulla propria pelle le sensazioni e i sentimenti dei protagonisti; l’empatia è padrona assoluta e cresce sempre più spingendo il lettore a prendere le difese dei più deboli, spingendo a un moto di pietà verso Benito e la sua Claretta.
Lo stile fluido e scorrevole appare talvolta rallentato da descrizioni minuziose e precise che potrebbero stancare chi non ama un tipo di scrittura che indugi sui particolari; chi invece è amante dei romanzi descrittivi, data l’accuratezza, potrà vedere, con gli occhi della mente, ogni angolo, strada, anfratto o nascondiglio.
La scrittura è scorrevole, a chi ama romanzi storici, descrittivi e di spionaggio consiglio di non perderlo ma se amate uno stile più sintetico che non si dilunghi sui particolari, che non descriva paesaggi e ambienti fino al punto di farveli immaginare come se li aveste visti in prima persona, vi consiglio di passare oltre, finireste per saltare numerose pagine… e sarebbe un peccato.
2 commenti
Non è il genere di libri che preferisco leggere, ma lo stesso la tua recensione merita un plauso….
So che preferisci altri generi, grazie sei sempre carinissima ;-)