Cristiano Doni, giocatore invischiato nella vicenda del calcio scommesse può, di fatto, proprio per via delle accuse a lui mosse, essere ormai considerato un ex calciatore.
Ma chi è l’uomo che da tanto è ormai sulla bocca di tutti gli amanti del bel calcio?
Chi è Cristiano Doni?
Cristiano nasce a Roma il 1° aprile 1973.
Come un pesce d’aprile, proprio arrivato alla soglia dei 40 anni, sarà vittima di uno scherzo brutale del destino, che lo coglierà di sorpresa, scombussolando tutti i suoi piani.
Calcisticamente, si forma nelle giovanili del Modena, e da qui, inizialmente in prestito, prenderà la via di campionati minori giostrando con le maglie di Rimini, Pistoiese e Bologna.
Nella squadra felsinea approda quando quest’ultima è impegnata nel campionato di serie C. In due stagioni, grazie al suo apporto e contributo, i rossoblu riescono nel doppio salto, riapprodando in serie A.
Proprio nell’anno del passaggio nella serie maggiore lui si trasferisce al Brescia, perdendo la possibilità di esordire in serie A.
Trascorre due stagioni a Brescia; nella prima contribuisce a ricondurre la compagine lombarda in serie A, debuttandovi finalmente all’età di 24 anni.
Dopo solo un anno di A, torna nella serie cadetta, questa volta all’Atalanta.
L’ascesa di Cristiano Doni
Inizia a piantare radici e vive cinque anni (due di B e tre di A) con prestazioni sempre più convincenti, da vero leader. Impostato inizialmente da centrocampista, si sposta in seguito più avanti nel ruolo di vero trequartista con capacità non solo di rifinitore ma, soprattutto, di realizzatore. All’occorrenza ricopre con profitto anche il ruolo di esterno sinistro, dove punta l’area arrivando a concludere con il suo destro preciso.
Nella stagione del massimo splendore, la 2001/02 riesce a raggiungere la maglia della Nazionale e, sotto la guida di Giovanni Trapattoni a partecipare al Mondiale 2002 in Giappone e Corea.
In totale in azzurro disputerà 7 incontri realizzando una rete e arrivando in cima alla speciale classifica di migliore atalantino in Nazionale.
Nel 2003 tenta il salto in una squadra un po’ più blasonata e ambiziosa come la Sampdoria: due anni caratterizzati da continui alti e bassi e mai prestazioni convincenti così, nel 2005, giunge in Spagna al Maiorca. Qui regala un solo anno deludente che lo riconduce a quella maglia da lui definita unica, speciale e magica: quella nerazzurra dell’Atalanta.
E’ il 2006, cinque anni irripetibili (4 di A e uno di B), in cui Doni riesce sempre a distinguersi, contribuendo alle fortune del club orobico, diventando capitano, superando le 320 presenze e attestandosi come miglior marcatore della storia della squadra con 112 reti di cui 103 in campionato.
Sembrerebbe una carriera non eccezionale, ma, considerati i numeri, al di sopra della norma; al termine della stagione 2006/11, quella che riconduce l’Atalanta in serie A, capita però l’inverosimile: Cristiano Doni, il capitano, all’età di 38 anni è indagato nell’ambito del calcio scommesse che colpisce una parte del calcio italiano. Si parla di match truccati e venduti.
Dalle stelle alle stalle
Comincia una nuova “carriera” contraddistinta da date precise:
- 1 giugno è iscritto tra gli indagati
- 26 luglio la Figc ne richiede il deferimento per illecito sportivo
- 9 agosto la Commissione Disciplinare, accogliendo la richiesta del procuratore federale ne determina la squalifica per tre anni e mezzo da ogni competizione.
Facendo due conti, al termine della squalifica, Doni avrebbe 41 anni e mezzo, la sua carriera termina perciò qui, il 9 agosto 2011.
Sembra tutto abbastanza tranquillo, Doni assieme ad altri calciatori o ex calciatori più o meno illustri è squalificato (Signori, tanto per citare un nome su tutti), Atalanta e altre società di varie categorie penalizzate (Cremonese, Ascoli, Piacenza,…), ma le indagini proseguono e raggiungono un nuovo culmine a dicembre.
Il 19, Cristiano Doni viene arrestato e prelevato all’alba dalla sua abitazione. Nonostante il goffo tentativo di fuga è portato nel carcere di Cremona dove, alcuni giorni dopo, viene sottoposto a un interrogatorio di due ore.
La vigilia di Natale, viene rilasciato ma sottoposto ad arresti domiciliari in attesa del proseguimento delle indagini e del processo, che ha tra l’altro condotto in carcere un altro illustre calciatore, Luigi Sartor.
Incredibile come un calciatore di fama nazionale sia riuscito a rovinare la propria immagine.
Solo due anni fa aveva ricevuto il Premio Nazionale Carriera Esemplare “Gaetano Scirea”, che viene assegnato dai giornalisti italiani a un calciatore over 30 che abbia avuto una carriera esemplare, e ottenuto buoni risultati a fronte di ottime prestazioni.
5 commenti
Bell'esempio, più soldi hanno più hanno vizi.
auguri anche a te e i tuoi cari di un felice Natale! xx
Grazie :D. Spero tu abbia passato una buona giornata; buon Santo Stefano :-)
Non ci sono parole per definirlo, un vero SOMARO.
Ciao.
Ed è anche a casa a festeggiare….:(
Il bello dell'Italia :-(