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El camino de la muerte

by Laura C.

Incredibile e avvincente, terrificante e sorprendente, in molti modi si può definire una strada cui l’uomo ha dato un nome sinistro, El Camino de la Muerte, altrimenti detta The Death Road, Strada della Morte.

In Bolivia, la Via degli Yungas, costruita negli anni trenta, è una strada di circa 70 chilometri che collega La Paz al villaggio di Coroico, passando attraverso l’Amazzonia. Il dislivello è invece di oltre 3000 metri.

Considerata la strada più pericolosa al Mondo, ogni anno provoca la morte di 200-300 persone la cui croce commemorativa va ad affiancare le numerose altre disseminate lungo il percorso.

Uno tra i giorni più neri fu il 24 luglio 1983 quando morirono ben 100 persone.

I pericoli de EL Camino della Muerte

L’assenza totale di un fondo asfaltato la rende insidiosa, la percorrenza avviene su un tracciato sterrato che, nella stagione delle piogge, diventa completamente fangoso, facendo slittare e scivolare le auto e i camion in transito.

La carreggiata è inoltre particolarmente stretta (non più di 3 metri), ricca di tornanti, con pendenze molto ripide per lunghi tratti e guardrail o parapetti inesistenti.

Se da un lato c’è il versante montuoso, dall’altro il pericolo è rappresentato da un burrone senza protezione.

L’altezza, il fondo stradale, lo strapiombo rendono il viaggio su questa strada una grande e pericolosa avventura.

Se questo non basta, a complicare le cose si aggiungono l’occasionale caduta di massi e i cedimenti del terreno.

Non esistono aree di sosta per cui, essendo un’unica carreggiata a doppio senso di marcia, nel caso in cui ci si imbattesse in un camion o altro mezzo di grosse dimensioni proveniente dalla direzione opposta, si dovrà correre il rischio di indietreggiare affrontando condizioni disagiate fino al raggiungimento di un tratto più largo.

El camino de la muerte

A metterci il carico sono le condizioni atmosferiche che cambiano rapidamente passando, senza preavviso, da un momento di sole a un momento di pioggia scrosciante.

I fitti nebbioni, frequenti data l’altezza (La Paz, la capitale più alta del mondo parte a 3640 metri d’altezza e la strada raggiunge il picco di 4650 metri), tolgono la visibilità mentre, le variazioni di temperatura, dovute al passaggio dalla montagna alla foresta, dal freddo al caldo umido, creano disagio.

Questo percorso è particolarmente utilizzato da camion per trasporti eccezionali che contribuiscono a rendere difficoltoso il transito e, spesso, rotolano a valle aumentando esponenzialmente il numero di vittime annuali.

… e oggi?

Da circa 22 anni è obbligatorio tenere la sinistra (è l’unica strada in Bolivia su cui si transita tenendo la sinistra).

La decisione, è stata presa come misera forma di sicurezza perché, in caso di incrocio con un altro automezzo, trovandosi dal lato del dirupo, dovrebbe essere più facile verificare lo spazio a disposizione che possa evitare un volo mortale.

Nonostante ciò, negli ultimi anni, la strada è stata presa d’assalto da turisti ansiosi di cimentarsi sul percorso e ammirare un panorama mozzafiato.

I motociclisti e i mountain bikers sono sempre più numerosi, forse attratti dalle pendenze difficoltose. Sprezzanti del pericolo ma anche superstiziosi, tanti turisti, prima di intraprendere il viaggio, si armano di portafortuna acquistati a La Paz, nel Mercato delle Streghe.

Da tempo il governo boliviano ha avviato la costruzione di una strada alternativa che sostituisce il tratto più pericoloso di El camino de la muerte.

Questa strada è già transitabile e attrezzata secondo le norme internazionali: asfalto, guardrail, fogna, corsie multiple e quant’altro.

Ciò non toglie che chiunque voglia, possa “tranquillamente” percorrere l’intera Strada della Morte.

 

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3 commenti

I dolci di Grazia 6 Dicembre 2016 - 20:52

Buono a sapersi, grazie!

Rispondi
Federica R 10 Dicembre 2016 - 00:51

No,vabbhè panico, poi io soffro anche di vertigini, il rischio di cadere dal burrone manco lo avrei perché muoio prima di infarto!

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wp_809244 12 Dicembre 2016 - 15:55

@I dolci di Grazia, grazie a te :-)
@Federica, ti capisco… io ogni tanto prendo coraggio e mi lancio, poi, quando sono a metà e non posso più tornare indietro, mi pento. :-)

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