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Heaven’s Gate: la tragedia dimenticata

by Laura C.
Dopo aver parlato della pericolosità di farsi affascinare da “profeti” e presunti capi spirituali, attraverso il post dedicato al suicidio di massa di Jonestown (“Jonestown, la follia in un suicidio di massa“), torno a parlarne, scomodando la storia e un secondo, terribile esempio: il caso “Heaven’s Gate”.

Il 26 marzo 1997, in una villa del quartiere di Rancho Santa Fe, nei pressi di San Diego, la polizia rinvenne i cadaveri di 39 persone, 21 donne e 18 uomini, di età compresa tra i 26 e i 72 anni.

Erano tutti appartenenti alla setta chiamata Heaven’s Gate (Cancelli del Paradiso). La setta fu fondata negli anni ’70 con il nome di “The Two”, da Herff Marshall Applewhite e Bonnie Nettles.

Quasi tutti i corpi erano coperti da un sudario viola e la morte era stata procurata, dopo aver assunto un miscuglio di alcool e droghe, tramite soffocamento con sacchetti di plastica avvolti attorno al capo.

Tra le vittime maschili, che avevano rinunciato a tutto, anche al proprio nome, sostituito da una sigla, 6, tra cui Applewhite, erano stati precedentemente castrati.

Tutti erano vestiti allo stesso modo e indossavano scarpe Nike.

Il suicidio però non avvenne contemporaneamente anzi, il procedimento durò ben 3 giorni. La scoperta avvenne grazie a un nastro che, recapitato a Rio Diangelo, ex adepto, svelò ciò che era appena avvenuto.

Il messia Applewhite

Se Bonnie Nettles aveva perso la vita alcuni anni prima a causa di un cancro, Applewhite, si era invece suicidato in questa occasione.

L’uomo aveva avuto in passato problemi di salute ed era stato ricoverato in un ospedale psichiatrico.

Qui aveva conosciuto Bonnie che, al suo interno, era impiegata come infermiera.

Pareva sentisse delle voci e, come ebbe modo di far credere agli adepti, era già stato in una vita passata Gesù ed ora, in questa vita, si era nuovamente reincarnato.

Chi aderiva a questa setta doveva adattarsi a seguire schemi rigidi, abbandonare la propria personalità a favore di una “collettiva”. Non dovevano esserci differenze, nessuno poteva ergersi sopra gli altri, non si poteva agire in maniera autonoma (anche ciò che leggevano era indicato dal fondatore).

Gli adepti subivano un vero e proprio lavaggio del cervello e una spersonalizzazione.

Applewhite avrebbe traghettato i fedeli verso il nuovo mondo che, a causa della dissolutezza e la negazione alla conversione sarebbe presto stato distrutto.

Come sarebbe potuto avvenire il “passaggio”?

Attraverso la cometa Hale-Bopp che sarebbe transitata accompagnata da un UFO, che avrebbe poi provveduto a prelevare gli adepti. In seguito li avrebbe traghettati verso la resurrezione in un mondo superiore.

Naturalmente nessun UFO passò in quei giorni.

La cometa proseguì per la sua strada e da allora sono passati 15 anni ma noi siamo ancora qui.

Per l’ennesima volta, la fragilità ha portato uno sparuto gruppo di uomini e donne a credere a un presunto messia e alle sue promesse apocalittiche, con relativa soluzione per la salvezza.

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