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Hitler, capopopolo di Monaco e la teoria dello spazio vitale

by Laura C.

Continuiamo a parlare di Hitler.

Il 4 giugno 1932 vin Papen (esponente della nobiltà cattolica) sciolse il Reichstag e restituì piena legalità alle SS che si scatenarono picchiando avversari, uccidendo, distruggendo edifici e negozi.

La Germania si era spinta sull’orlo di una guerra civile.

Alle elezioni, la vittoria dei nazisti fu colossale e il partito di Hitler venne lanciato al primo posto in Parlamento e divenne un vero capopopolo. Dopo il trionfo elettorale Goring venne nominato presidente del Reichstag dando così la possibilità di avere un uomo in Parlamento e influire perciò su qualsiasi progetto di legge, esercitare un’azione di propaganda e decidere le sorti di qualsiasi governo.

Nonostante ciò, nelle successive elezioni la corsa di Hitler venne fermata ma non rinunciò comunque all’idea che la dittatura potesse essere instaurata servendosi dei mezzi istituzionali.

Per raggiungere questo fine cercò di creare collegamenti con gli altri partiti e arrivare a ottenere la maggioranza.

Si arrivò così al gennaio del 1933 quando Hitler venne nominato Cancelliere e iniziò a fissare un piano di NAZIFICAZIONE della Germania attraverso 4 tappe:

  1. esercitare da solo il potere assoluto senza controllo del Parlamento
  2. eliminare i partiti di opposizione
  3. eliminare gli avversari interni e di conseguenza del nazionalsocialismo
  4. garantirsi l’appoggio dello Stato Maggiore.

Per raggiungere l’obiettivo non si poneva sociali o di metodo: avrebbe piegato gli avversari anche con la violenza, il terrore e la crudeltà.

La teoria dello spazio vitale di Hitler

Il 4 febbraio fece pubblicare il decreto “Per la protezione del popolo tedesco”. Il governo acquisiva il diritto di vietare manifestazioni politiche, impedire la propaganda, chiudere circoli e giornali per il mantenimento dell’ordine pubblico.

Nel tentativo di conquistarsi i militari, espose la sua teoria dello spazio vitale dei popoli.

Secondo il  capopopolo Hitler, ogni popolo ottiene sostentamento da una superficie (spazio vitale), all’interno della quale vivono degli uomini il cui numero tende a salire in maniera costante. Giunti a un certo stadio di sviluppo, la limitatezza del terreno entra in contraddizione con la massa della popolazione, minacciandone la possibilità di sostentamento.

Così, per la Germania, riteneva necessario conquistare un nuovo spazio vitale con l’uso delle armi.

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