Il Faro Voltiano eretto in onore di Alessandro Volta, inventore della pila, cui Como diede i natali e che, per molto tempo visse a Brunate, è uno dei 3 elementi (con il Tempio e Life Electric) che lo celebrano; l’importanza di Volta e della pila è tale che Einstein, nel 1933, in visita al faro, disse che “La pila è la base fondamentale di tutte le invenzioni”.
Situato in località San Maurizio può essere raggiunto in auto (attenzione, non tutti i giorni!) oppure, lasciando la funicolare a Brunate, percorrendo il comodo sentiero.
Come salire a Brunate a piedi?
Si tratta di un sentiero ben segnalato, ripido, ma che con calma può essere affrontato da tutti.
Salendo attraverso il sentiero è bene non dimenticare dell’acqua per idratarsi e un cappello per proteggere il capo.
La prima parte del tragitto infatti non ha ripari e si svolge tra i vicoli di Brunate.
In qualunque modo si arrivi al faro, prima di potervi accedere si dovrà affrontare una scalinata, l’ultima fatica per chi vi è giunto a piedi. I visitatori sono accolti da una piazzetta da cui si gode uno spettacolo indimenticabile: il lago di Como si estende al di sotto in tutta la sua bellezza.
Qui, ci si potrà fermare un po’ a godere del panorama o riposare dopo la lunga camminata.
Dopo una breve pausa, si è pronti ad affrontare gli scalini che portano sulla sommità del faro.
La storia del Faro Voltiano
Il Faro Voltiano, fu fortemente voluto da don Luigi Guanella che si fece promotore di un’associazione pro-faro con l’intento di raccogliere 25.000 lire per poterlo realizzare.
Non era però d’accordo il vescovo di Como che lo invitò a occuparsi dei suoi poveri. Nel 1899 venne perciò eretto un faro sperimentale in legno, smontato poi al termine delle Voltiadi.
Nel 1927 l’idea del faro venne ripresa.
Fu realizzato grazie all’associazione dei Postelegrafonici; questi raccolsero i soldi e, progettato dall’ingegner Gabriele Giussani, il faro fu inaugurato l’8 settembre 1927.
L’occasione per l’inaugurazione alla presenza di Costanzo Ciano, fu il centenario della morte di Alessandro Volta.
Com’è fatto
Quanto è alto il Faro Voltiano? A pianta ottagonale, è alto 29 metri e al suo interno una scala a chiocciola con 143 scalini conduce sino alla sua sommità.
La scala è protetta da un parapetto e, anche le balconate, una più in basso e l’altra, in alto, sono protette tuttavia, se si soffre di vertigini o di acrofobia, è consigliabile salire solo se molto sicuri o accompagnati.
Le balconate non sono molto spaziose, ci passano un paio di persone alla volta e, in entrambi i casi non si è protetti da un muro, da un lato si ammira lo splendido paesaggio, dall’altro invece l’interno del faro e la scala che scende verso il basso.
Ogni notte il faro proietta una luce tricolore in cui si alternano bianco, rosso e verde, visibili sino a 40 km di distanza.
La scelta di dove collocare il faro non è stata casuale, da questo punto si abbracciano zone che vanno dall’arco Alpino, al Piemonte, alla Liguria, e l’occhio si estende sino a Milano dove, in giornate particolarmente limpide, si vede il Pirellone.
Proprio la visuale ha valso a questo luogo l’appellativo di “Balcone delle Prealpi”.
Legata al Faro c’è anche la leggenda del kangucavallo, mezzo cavallo e mezzo canguro, che aiutò una famiglia stanca e in difficoltà, a salire sul faro.
Come raggiungere il faro Voltiano?
Vediamo quali strade percorrere per arrivare al faro Voltiano.
Per chi arriva da Lecco
Percorrere la strada statale 36 del Lago di Como e dello Spluga in direzione Milano, prendere l’uscita Como/Erba e procedere sulla strada provinciale 639.
Procedere sempre dritto anche alle due rotonde che si incontrano, alla terza, a Pusiano, prendere la prima uscita e immettersi sulla strada statale Ex SS 639/SP 639 var. Percorrere questa statale sempre dritto attraversando Erba e Albese con Cassano, dove, alla rotonda si svolta a destra.
Si entra in via Montorfano, si svolta a sinistra prendendo la strada provinciale 37 e non la si lascia fino a Brunate.
A questo punto si passano piccoli paesi sempre restando sulla SP 37, Tavernerio, Ponzate e Civiglio, per poi arrampicarsi fino a Brunate (via per Brunate).
Si passa la stazione della funicolare, si prosegue sulla strada principale, via Giacomo Scalini giungendo a destinazione. Qui si trovano dei parcheggi, rigorosamente a pagamento.
Arrivando da Milano
Due sono le strade più rapide.
La prima prevede l’utilizzo dell’autostrada A8, fino all’uscita A9/E35 in direzione Como/Chiasso, procedendo fino all’uscita A59. Si arriva a Grandate, alla rotonda si prende la seconda uscita via Mariano Tentorio e si procede sempre dritto fino a incontrare via Castelnuovo/SP 342, poi alla rotonda subito a sinistra, siamo alle porte di Como.
Si seguono le indicazioni per l’Ospedale Valduce, poco prima dello stesso, girare a destra in via Fiume. Girate quindi a sinistra in via Zezio,a destra via Tommaso Grossi che diventa via per Brunate. A questo punto la strada comincia a salire e, come nel caso precedente (di chi arriva da Lecco) si trova proprio la strada che arriva dal lato opposto fino all’arrivo.
La seconda invece porta a percorrere la superstrada Milano-Meda a cui è stato aggiunto Lentate/SP 35. A Lentate sul Seveso senza lasciare il tracciato che si sta percorrendo, si prende a sinistra sulla A36, prendendo l’uscita Mozzate ed entrando sulla A9/E35 in direzione Como/Chiasso. Da qui ci si ricollega al percorso appena descritto (l’altra strada da Milano) fino all’arrivo.
3 commenti
I fari esercitano in me sempre un forte fascino. Questo non lo conoscevo, è molto bello e particolare, così come la sua storia.
non ci sono mai stata ma mi hai incantata mi piacerebbe molto andarci, adoro i fari
non ci sono mai stata, ma non ti nego che il faro mi affascina da sempre. organizzerò per andarci, grazie della segnalazione