Home Attualità Sabato in poesia: IL SABATO DEL VILLAGGIO – Giacomo Leopardi

Sabato in poesia: IL SABATO DEL VILLAGGIO – Giacomo Leopardi

by Laura C.
Oggi affrontiamo un classico, Il sabato del villaggio.
Mi sono accorta proprio in questi giorni, scegliendo la poesia da inserire nella rubrica “Sabato in poesia”, che non ne avevo dedicata nessuna proprio al giorno che ospita le odi che più amo.
Alla domanda “Quale?”, credo che per i più la riposta sia scontata: Il sabato del villaggio, dell’italico Giacomo Leopardi.

Chiedo venia a Giacomo e nel frattempo, godiamoci questo sabato!

Il sabato del villaggio

La donzelletta vien dalla campagna,
In sul calar del sole,
Col suo fascio dell’erba; e reca in mano
Un mazzolin di rose e di viole,
Onde, siccome suole,
Ornare ella si appresta
Dimani, al dì di festa, il petto e il crine.

Siede con le vicine
Su la scala a filar la vecchierella,
Incontro là dove si perde il giorno;
E novellando vien del suo buon tempo,
Quando ai dì della festa ella si ornava,
Ed ancor sana e snella
Solea danzar la sera intra di quei
Ch’ebbe compagni dell’età più bella.
Già tutta l’aria imbruna,
Torna azzurro il sereno, e tornan l’ombre
Giù da’ colli e da’ tetti,
Al biancheggiar della recente luna.
Or la squilla dà segno
Della festa che viene;
Ed a quel suon diresti
Che il cor si riconforta.
I fanciulli gridando
Su la piazzuola in frotta,
E qua e là saltando,
Fanno un lieto romore:
E intanto riede alla sua parca mensa,
Fischiando, il zappatore,
E seco pensa al dì del suo riposo.

Poi quando intorno è spenta ogni altra face,
E tutto l’altro tace,
Odi il martel picchiare, odi la sega
Del legnaiuol, che veglia
Nella chiusa bottega alla lucerna,
E s’affretta, e s’adopra
Di fornir l’opra anzi il chiarir dell’alba.

Questo di sette è il più gradito giorno,
Pien di speme e di gioia:
Diman tristezza e noia
Recheran l’ore, ed al travaglio usato
Ciascuno in suo pensier farà ritorno.

Garzoncello scherzoso,
Cotesta età fiorita
E’ come un giorno d’allegrezza pieno,
Giorno chiaro, sereno,
Che precorre alla festa di tua vita.
Godi, fanciullo mio; stato soave,
Stagion lieta è cotesta.
Altro dirti non vo’; ma la tua festa
Ch’anco tardi a venir non ti sia grave.

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3 commenti

M.M. 31 Marzo 2012 - 09:55

Il romantico e triste Leopardi :-)

Rispondi
Anonimo 1 Aprile 2012 - 01:08

caspita, pensavo che avevi scioperato, invece eccola qua la poesia del sabato, e che fior fiore di poesia….
monica c.

Rispondi
Laura 1 Aprile 2012 - 10:04

@Mara, si, porello, faceva tanta tenerezza :-)
@Monica… ahahaahah, non posso scioperare, metti che poi BS mi licenzia ;-). Piaciuta?

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