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La Bibbia del Diavolo

by Laura C.

La Bibbia del Diavolo, o codex gigas, che in latino significa enorme libro (o libro gigante), è il più grande manoscritto medievale esistente. Alto quasi un metro (92 cm), del peso di 75 chili, scritto in latino, era un tempo considerata l’ottava meraviglia del mondo al cui interno, a pagina intera, si trova una rappresentazione del diavolo. Le pagine attorno appaiono annerite e ombreggiate in maniera inquietante.

Formule magiche, cure medicamentose e storie antiche sono contenute al suo interno e oggi, dopo lunghi viaggi in cui è passato di mano in mano rubato, sottratto, bramato e desiderato, si trova in Svezia anche se, per un breve periodo è stato esposto a Praga dove ha attirato folle di visitatori incantati  dal magnetismo di quest’opera misteriosa.

Al contrario di ogni altra Bibbia, in questo non solo si trova l’immagine misteriosa e terrificante del diavolo, ma sono contenute anche formule di esorcismo e scongiuri, scritti come se lo scriba stesse cercando di salvarsi l’anima.

Non è dato sapere quando sia stato iniziato ma al suo interno è indicata la data in cui è stato terminato, il 1230.
Non è chiaro da chi sia stato realizzato anche se, considerando la calligrafia che non subisce mai trasformazioni (neppure quelle dovute all’avanzare dell’età o al sopraggiungere di malattie, o cambi negli stati d’animo) e il tipo di inchiostro utilizzato, l’ipotesi più accreditata è che sia stato scritto da una sola persona; rimane tuttavia il mistero su come una sola persona abbia potuto fare in una notte quello che avrebbe richiesto 25/30 anni. Una leggenda narra che sia stato scritto da un monaco condannato a morte che, per salvarsi, promise agli altri monaci di scrivere il libro in una sola notte. Per riuscire a farlo dovette però vendere l’anima al diavolo.

Dopo essere stato completato, il codice viene venduto dal convento dei Benedettini per salvare il monastero dal crollo finanziario; anche il monastero in cui approda arriva a rischiare il tracollo e, come se non bastasse, viene colpito dalla peste.

In seguito passa nelle mani di Rodolfo II° d’Austria e, dopo non molto, il suo carattere già chiuso lo porta a fuggire ancora più dai suoi doveri mostrandosi incapace di governare e perdendo così i suoi sostenitori; se Nostradamus gli aveva predetto un grande avvenire, ora, dopo l’entrata nella sua vita del codice, tutto cambia improvvisamente e finisce per morire solo e senza aver governato mentre, a metà del 1600, il suo regno viene saccheggiato e il codice finisce in Svezia, alla corte di Cristina di Svezia che, una decina d’anni dopo, abdica e cambia vita.

Il codice resta al castello che, qualche anno dopo viene distrutto da un incendio… ma il codice gli sopravvive grazie a chi, cercando di salvarlo lo lanciò dalla finestra per evitare di trasportare lungo le scale quell’enorme peso.

Alcuni studi hanno messo in evidenza come l’immagine che compare accanto a quella del diavolo è quella del Regno dei Cieli, il bene contro il male, la possibilità di redenzione e, il monaco che ha redatto il codice, identificato in “Herman il recluso”, ha probabilmente scelto di essere isolato proprio per scrivere questo codice e rendere onore al suo monastero.

 

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