Le ossa dei bambini, essendo ancora in via di formazione risultano molto flessibili e, non sempre, riportano una vera e propria frattura bensì, quella che, in gergo medico, si definisce “frattura a legno verde”.
Il paragone con il ramo di un albero non è casuale; un ramo verde, non secco, è difficoltoso da rompere perché si piega e assume una forma innaturale, senza spezzarsi.
L’arto di un neonato e di un bambino nella prima infanzia mostrano le stesse caratteristiche, le ossa mantenendo la loro elasticità e duttilità possono non rompersi ma ripiegarsi; si tratta di una frattura sottoperiostea, incompleta, perché il periosteo di fatto non si rompe.
Trattandosi di bambini non è facile riuscire a capirlo, se sono in grado di esprimersi verbalmente potrebbero manifestare il problema alludendo al dolore mentre, nel caso dei neonati, uno dei primi segnali è la posizione innaturale che l’arto può assumere; nonostante i neonati non siano soggetti a cadute, il problema potrebbe manifestarsi in seguito a movimenti “sbagliati” nel box o su un tappetino nel corso delle attività ludiche.
Il braccino a penzoloni è spesso indicativo di questa frattura e, non necessariamente si accompagna a pianti di dolore perciò, nel caso in cui il genitore notasse una posizione innaturale, dovrebbe prestare molta attenzione e verificare che non si tratti di un semplice caso (con immediata riassunzione della normale posizione) o, piuttosto, di una posizione mantenuta nel tempo.
La diagnosi deve essere effettuata attraverso una radiografia e, in alcuni casi, si impone la necessità di approfondire attraverso un’ecografia e una tac; in alcuni casi, per la difficoltà a localizzare la frattura (anche se non è tale), entrambi gli arti vengono sottoposti alla radiografia, in questo modo è possibile effettuare un raffronto ed evidenziare le differenze.
Le “cure” sono piuttosto semplici, oltre al paracetamolo per alleviare il dolore quando presente, nei neonati, i più elastici in assoluto, si tende a immobilizzare l’arto per qualche giorno (dai dieci ai quindici), ad esempio un braccio, con un telo trattenuto da una spilla da balia finché il tutto torna alla normalità; procedendo con l’età si passa a tutori semovibili che permettono di toglierlo in caso di necessità (lavarsi, per esempio), fino all’ingessatura nei bambini più grandi (attorno ai 10 anni) che, non riuscendo mai a stare fermi, necessitano di un aiuto. In questi ultimi casi, potrebbe essere necessario tenerlo fino a trenta giorni.
Di fatto, la frattura a legno verde non è mai grave e, in qualunque fase avvenga (neonato o infanzia), non lascia mai tracce.
2 commenti
Non avevo mai pensato a questo paragone:)
Neanche io, me lo ha detto l'ortopedico che mi ha spiegato di questo tipo di frattura :-)