Ci sono luoghi che, quando li si visita, riescono a rubare l’anima e prendono un posto d’onore nel cuore; il Lago di Braies, nelle Dolomiti, è uno di questi.
In provincia di Bolzano, rapisce per la sua bellezza e il paesaggio incantevole entro cui è inserito; sulla sua superficie si riflettono i monti e, sostando ammirati presso le sue rive, si va con la mente alla leggenda che aleggia nell’aria.
La leggenda del Lago di Braies
Nella notte dei tempi, sulle montagne di Braies viveva una popolazione di selvaggi.
Non erano belli da vedere però non erano persone cattive e, tra le loro capacità, vi era quella di riuscire a scovare nelle terre, oro e pietre preziose.
Questi, che oggi avrebbero assunto uno spiccato valore commerciale ed economico, non venivano considerati da queste popolazioni allo stesso modo; vi era infatti molto di più e, come le tribù più antiche o gli sciamani ben sanno, le loro proprietà erano infinitamente più profonde.
Non davano a questi beni un valore spirituale che innalzasse la loro conoscenza, ma li apprezzavano perché indurendo il loro cuore, permettevano di essere molto più forti.
Naturalmente li sfruttavano anche a loro vantaggio poiché, realizzando monili e oggetti vari, potevano essere utilizzati come omaggi.
L’arrivo del “nemico”
Come spesso accade sulle montagne, vi era un gruppo di pastori che si spostavano con le loro mandrie alla ricerca di pascoli e, accade che arrivarono proprio nella valle che si estende attorno al Lago di Braies. Appena la popolazione dei selvaggi si rese conto dei nuovi arrivati, decise di accoglierli donando loro i monili da loro creati.
Purtroppo l’avidità umana può portare alle peggiori cose e, i pastori, ingolositi dall’oro e dalle pietre preziose, iniziarono a meditare su come entrane in possesso. Cercarono lungamente per la valle ma le loro ricerche risultarono infruttuose così, pensarono che l’unico modo per appropriarsene, fosse quello di rubarlo.
Impreparati a questa eventualità, i selvaggi iniziarono a subire ruberie e razzie che portarono il patrimonio a diventare sempre più esiguo.
Difendersi, in una situazione del genere divenne un imperativo così, cercando un modo per mettere in salvo quanto più possibile, arrivarono a escogitare una soluzione drastica.
Dal terreno fecero sgorgare delle acque che formarono il Lago di Braies, che divise le montagne delle popolazioni indigene e la valle dei pastori.
La bellezza del colore delle sue acque, secondo la leggenda, è dovuta proprio al fatto che all’interno delle sorgenti vennero nascosti l’oro e le pietre preziose.
Per poterlo ammirare dovrete giungere fino a 1496 metri di altitudine sul livello del mare, alle pendici della Croda del Becco; in estate però, numerosi sono i turisti che sgomitano per trovare l’affaccio migliore, il punto perfetto per immortalarsi e immortalarlo.
La “Perla delle Dolomiti” saprà stupirvi e, non solo il suo fascino conquisterà i vostri occhi, ma resterà per sempre nei vostri cuori.