Chi ha animali da compagnia, quando li perde per un lutto, di solito afferma che hanno attraversato il Ponte dell’Arcobaleno. Cosa significa? Da cosa si origina questa affermazione?
Il Ponte dell’Arcobaleno, la leggenda
Perdere un animale da compagnia, che spesso e volentieri è un vero e proprio membro della famiglia, che si ama come un figlio, è un vero e proprio dramma. Chi ha subito questo lutto conosce la sofferenza e la disperazione di perdere un amore puro e semplice, come quello che i nostri amici animali sanno donare.
Pensare che al loro trapasso attraversino un Ponte dell’Arcobaleno, sembra dare un po’ di pace all’anima sconvolta, un balsamo che calma la ferita; è un’immagine evocativa, dolce e rassicurante.
Il Ponte dell’Arcobaleno, secondo la leggenda, è posto immediatamente prima del regno dei morti; qui, gli animali hanno a disposizione tutto ciò che desiderano per giocare e nutrirsi. Vivono felici, anche se al momento della loro morte erano malati o sofferenti, ora sono di nuovo vispi e allegri. Stanno lì, in attesa, giocano e sono lieti anche se, di tanto in tanto, avvertono una mancanza malinconica.
Prima del Ponte c’è cibo in abbondanza, tanto sole e acqua, legnetti e giochi per intrattenersi; se non fosse per la mancanza di chi li ha amati in vita, sarebbe tutto perfetto.
Però un giorno, arriva il loro padrone, quello che in vita li ha tanto amati; gli animali annusano l’aria, fissano un punto all’orizzonte; il corpo ansioso inizia a fremere, le zampe corrono veloci e felici verso chi li ha tanto amati.
Insieme attraverseranno il Ponte e, per sempre, vivranno in eterno.
Sono varie le storie e i racconti che narrano dell’esistenza di questo ponte e, pare che la loro comparsa sia da far risalire agli anni ’80-’90, per alleviare il dolore di chi aveva perso un animale.
L’idea di un Ponte dell’Arcobaleno, secondo i più, parrebbe essere stata mutuata dalla mitologia Norrena. Il ponte Bifrost (Bifrost Bridge) era infatti un ponte arcobaleno che si estendeva tra Midgard (la Terra) e Asgard (il regno degli Dei).
Il primo riferimento al luogo in cui gli animali attendono i loro padroni (ma non fa riferimento al Ponte) lo si trova nel libro Beautiful Joe’s Paradise di Margaret Marshall Saunders.
Quando si parla per la prima volta del Ponte dell’Arcobaleno?
La prima volta che si sente parlare del Ponte dell’Arcobaleno in riferimento agli animali è in un racconto di Paul C. Dahm, consulente del dolore in Oregon.
Il racconto recitava all’incirca in questo modo:
“Da questa parte del paradiso c’è un posto chiamato Ponte dell’Arcobaleno.
Quando muore un animale che è stato particolarmente amato da qualcuno qui, quell’animale va al Ponte dell’Arcobaleno. Ci sono prati e colline per tutti i nostri amici speciali dove possono correre e giocare insieme.
Ci sono cibo, acqua e sole in abbondanza, e i nostri amici sono al caldo e a proprio agio.
Tutti gli animali che erano stati malati e vecchi sono tornati in salute e vigore.
Coloro che sono stati feriti o mutilati sono tornati integri e forti, proprio come li ricordiamo nei nostri sogni dei giorni e dei tempi passati.
Gli animali sono felici e contenti, tranne per un piccolo particolare; a ognuno di loro manca qualcuno che per lui è stato molto speciale.
Corrono e giocano tutti insieme poi, arriva il giorno in cui uno si ferma improvvisamente e guarda lontano. I suoi occhi luminosi sono attenti. Il suo corpo ansioso freme. All’improvviso inizia a scappare dal gruppo, sorvolando l’erba verde, le sue gambe corrono sempre più veloce.
Ti ha visto e quando finalmente tu e il tuo amico speciale vi incontrate, vi stringete insieme in una gioiosa riunione, per non separarvi mai più.
I baci felici piovono sul tuo viso; le tue mani accarezzano ancora l’amata testa, e guardi ancora una volta negli occhi fiduciosi del tuo animale domestico, così lontano dalla tua vita, ma mai assente dal tuo cuore.
Poi attraversate insieme il Ponte dell’Arcobaleno…”.
Solo in seguito sono arrivate altre versioni, a partire da quella in rima di Steve e Diane Bodofsky.
By the edge of a woods, at the foot of a hill,
Is a lush, green meadow where time stands still.
Where the friends of man and woman do run,
When their time on earth is over and done.
For here, between this world and the next,
Is a place where each beloved creature finds rest.
On this golden land, they wait and they play,
Till the Rainbow Bridge they cross over one day.
No more do they suffer, in pain or in sadness,
For here they are whole, their lives filled with gladness.
Their limbs are restored, their health renewed,
Their bodies have healed, with strength imbued.
They romp through the grass, without even a care,
Until one day they start, and sniff at the air.
All ears prick forward, eyes dart front and back,
Then all of a sudden, one breaks from the pack.
For just at that instant, their eyes have met;
Together again, both person and pet.
So they run to each other, these friends from long past,
The time of their parting is over at last.
The sadness they felt while they were apart,
Has turned into joy once more in each heart.
They embrace with a love that will last forever,
And then, side-by-side, they cross over… together.
© 1998 Steve and Diane Bodofsky. All Rights Reserved.
In realtà, su chi sia stato veramente il primo a parlarne c’è una controversia anche se, Paul C. Dahm ha posto il copyright per una variazione.
Dal canto suo, Wallace Sife aveva affermato di aver scritto di un Paradiso degli Animali e averlo poi dimenticato per 10 anni quando, improvvisamente aveva sentito parlare del Ponte dell’Arcobaleno. In buona sostanza, una semplice modifica a qualcosa che aveva inventato lui.
A partire dalla poesia, la storia del Ponte dell’Arcobaleno, è giunto sui social e, il tam tam tra gli amanti degli animali domestici lo ha poi portato alla ribalta; ora, dire “Buon ponte”, è un modo per portare conforto a chi perde un animale tanto amato.
3 commenti
eh ho diversi cuoricini che sono volati verso il ponte dell’arcobaleno… mancano sempre moltissimo
Ciao che bella storia, attraversare il ponte per andare in un posto bellissimo per animali, non la conoscevo, grazie
Avendo animali mi ha sempre incuriosito la frase che si legge di tanto in tanto “buon ponte”, penso possa essere una piccola consolazione per il grande vuoto che ci lasciano