Avete mai letto Martin Eden, di Jack London? Se no lo avete mai fatto, ve lo raccontiamo noi.
La storia di Martin Eden
Ruth fu una meravigliosa visione, la donna più bella che avesse mai visto. Aveva grandi occhi e una voce celestiale, fu la creatura delicata che per la prima volta fece sentire il rozzo marinaio Martin impacciato e insicuro di sé; aveva salvato la vita al fratello di lei, Arturo Morse e ora, all’interno della sua famiglia, tutti lo trattavano con rispetto.
Mostravano interesse verso di lui, lo esortavano a raccontare qualcosa di se stesso, volevano conoscerlo e ringraziarlo per ciò che aveva fatto.
Quella famiglia era però tanto diversa da lui.
Aaveva un modo di esprimersi e di parlare raffinato che nulla aveva a che fare con i suoi modi da marinaio, con la sua incapacità di parlare correttamente e usare linguaggi ricercati.
Però, la donna che s’era trovato di fronte, la sorella di Arturo, poneva una nuova sfida ai suoi occhi: l’avrebbe conquistata e avrebbe imparato a vivere nel suo mondo, per lei avrebbe studiato, imparato e sarebbe cambiato, sarebbe diventato ciò che lei avrebbe potuto desiderare.
Quando la bella fanciulla suonò il piano, improvvisamente lui sentì che qualcosa stava accadendo. Non era più un uomo di carne e muscoli, ma stava diventando un uomo formato di spirito.
Improvvisamente avvertiva uno stato di beatitudine mentre lei sperimentava una nuova sensazione, un misto di sgomento e attrazione verso quell’uomo la cui espressione era rapidamente cambiata nell’udire le note che le sue dita producevano sfiorando i tasti.
Non si rendeva conto la bella Ruth, che quel sentimento si chiamava “amore“.
L’incontro con lei e con la sua famiglia cambiò la vita del giovane Martin il quale, all’improvviso, ripudiò tutto quello che c’era stato prima: le traversate, le lotte, le donne con cui aveva avuto incontri fugaci.
Imparava in fretta Martin, e Ruth si mostrava desiderosa di aiutarlo non solo prestando i libri ma offrendosi anche in prima persona di insegnargli ciò che conosceva, non rendendosi conto che questo era l’inizio di un amore.
Lui la ascoltava rapito e lei non smetteva di mostrare le sue conoscenze e le sue abilità nel canto e con il pianoforte.
Ben presto Martin volle fare qualcosa di più, aveva imparato molto e ora voleva fare qualcosa che gli permettesse di entrare definitivamente nel cuore della sua bella: decise di diventare scrittore.
Scrisse delle novelle che inviò ai giornali ricevendo tuttavia risposte negative. La ragazza non lo incoraggiava perché il mestiere di scrittore era purtroppo insicuro e lei avrebbe preferito che lui si dedicasse qualcosa di più certo.
Il tempo trascorreva veloce, lei si laureò e lui continuò a non trovare il coraggio di dichiararsi.
Fino a un pomeriggio.
La dichiarazione
I due giovani, dopo una breve passeggiata si fermarono a riposare. Quasi inconsapevolmente Ruth appoggiò la testa sul petto di lui, il quale, chinandosi, posò le labbra morbide su quelle di lei.
Martin Eden non era più un uomo rozzo, bruciato dal sole e dalla salsedine, era diverso, affinato e i suoi modi si erano fatti gentili.
Velocemente decisero di sposarsi gettando nel panico i genitori di lei. Non approvavano questa scelta e, se la madre avrebbe voluto separarli il più in fretta possibile, il padre suggeriva invece di lasciare che si frequentassero in modo che la figlia si rendesse conto di quanto quest’uomo fosse ancora diverso e poco adatto a lei.
La fine di un “amore”
Il tempo diede ragione all’uomo e la ragazza schiacciata dalle convenzioni sociali lo abbandonò.
Lei non era che una piccola borghese intrisa di finto perbenismo, ipocrisia e falsità. Era una donna che viveva in un mondo che non accetta chi non è dello stesso rango, chi in banca non ha cifre “interessanti”, chi non è “nessuno”, anche se ti ha salvato la vita.
L’infelice innamorato divenne apatico.
Seppur giovane e forte non aveva più voglia di far nulla, non voleva leggere e non voleva studiare, la sua vita trascorreva nell’ozio e tranquille passeggiate nei parchi.
Il lavoro ben presto non fu più neppure un problema perché alcuni suoi racconti vennero pubblicati e il contratto con una casa editrice, gli permise di aprire un conto in banca e fare soldi senza fare null’altro.
Ma questo non lo rallegrava.
La donna che lo aveva portato a tutto ciò, che lo aveva istruito e aiutato, la donna per cui aveva imparato a scrivere e raccontare, non lo voleva più. Lo aveva gettato, e con suo corpo aveva gettato anche la sua felicità.
Ora tutti gli altri lo desideravano.
Gli editori cercavano ogni suo lavoro, anche quelli che precedentemente li avevano rifiutati ora erano disposti a pagarli a peso d’oro.
La scrittura, che tanto gli ricordava periodi felici, era però divenuta un pensiero insopportabile. Era una tortura da cui fuggire e, per soddisfare i desideri degli editori o necessità di denaro, non avrebbe certo ripreso la penna in mano.
Era famoso, amato, ricercato, desiderato ma questo non bastò a tenerlo in vita, piuttosto che continuare in quel modo, preferì il suicidio in mare.
Una storia per riflettere
Anime e corpi divorati dall’amore e dalla passione, vinti dal finto perbenismo e distrutti dalle convenzioni sociali.
Un romanzo di sentimenti positivi e negativi, amore e odio, ricchezza e povertà, illusione e disillusione. Martin e Ruth, un amore destinato a perdersi e soccombere sotto i duri colpi della realtà.
Innamorarsi a prima vista, scoprire con sguardo rapito l’infinità dell’amore, la profondità dei sentimenti. Vivere quella passione bruciante che spinge a voler essere tutto per quegli occhi dolci e profondi, occhi da cui non si vorrebbe mai essere abbandonati, occhi in cui anche un esperto marinaio può affogare e perdersi.
L’ignoranza che ha ucciso “l’amore”
La bellezza eterea, la borghesia, la cultura e il sapere da un lato. La durezza, l’ignoranza, la bassa estrazione sociale e la goffaggine del corpo dall’altra.
Due realtà così diverse e lontane che nei sogni dell’idealista possono incontrarsi, fondersi. Realtà che, nella mentalità piccolo-borghese, ipocrita e piena di sé, di chi crede di “essere meglio”, non possono e non devono convivere.
E’ un romanzo autobiografico che narra dell’amore che in gioventù Jack London provò per la bella Mabel.
Un amore che come nel caso di Martin Eden gli fece desiderare di diventare importante, ricco, stimolò la sua sete di conoscenze e di una vita diversa, la stessa vita che la donna per cui si era innamorato stava vivendo. Il rifiuto di lei però trasformò il sogno in un incubo, un amore appena sbocciato divenne presto un lontano ricordo.
Un libro stimolante e coinvolgente anche se non sempre scorrevole.
Uno scritto per riflettere.
Un libro per fermarsi a pensare e realizzare che avere degli ideali e cercare di perseguirli senza scendere a compromessi possa rivelarsi estremamente difficoltoso.
Un’opera che mostra con crudeltà come il successo attiri nell’orbita del personaggio divenuto famoso persone senza scrupoli, ipocrite e sfruttatrici.
Ma soprattutto, un libro per riflettere sull’ignoranza di chi si crede superiore (e migliore) solo per l’appartenenza a una classe sociale diversa.