Dopo il fallimento del Positivismo, si sostiene con Dilthey in Germania e con Croce in Italia, l’impossibilità di applicare i metodi di studio propri delle scienze dalla natura, alle scienze dell’uomo o dello spirito.
Fondamentalmente le prime avevano lo scopo di spiegare, avvalendosi di un insieme di leggi, i rapporti di casualità. Le seconde, tenendo presente l’individualità dei fatti, dovevano, tramite osservazioni storiche, favorire la comprensione.
Il fallimento genera quindi spinte neoidealiste (o spiritualiste). Non solo, si genera la tendenza ad applicare i metodi comparativi agli studi delle istituzioni, nonostante le evidenti difficoltà di raccolta ed analisi dei dati.
Siamo nel 1883 e Menger pubblica “Investigations into the Method of the Social Sciences: with special reference to economics” ponendo i rapporti ipotetico-deduttivi alla base dell’analisi economica.
L’anno seguente, nel 1884, Windelband in “Storia e scienza della natura” introduce la distinzione tra scienze nomotetiche e scienze ideografiche.
Le prime (scienze della natura), attraverso l’osservazione e la descrizione di fenomeni “ripetuti”, mirano alla costruzione di un sistema di leggi generali. Le seconde (scienze storiche) hanno per oggetto la descrizione del particolare, di un fenomeno che non si ripete e di cui sia possibile determinarne l’individualità.
In questo caso, ogni fenomeno è studiato come un caso particolare che rivela una uniformità e irripetibilità.
Allorché le scienze sociali esprimono uniformità sotto forma di legge allora si possono considerare scienze sociali.
La storia di Max Weber
In questo contesto si inseriscono le opere di Max Weber che nasce a Erfurt il 21 aprile 1861 da un giurista e consigliere comunale. A Berlino, la casa dei genitori era frequentata da noti uomini della cultura tedesca e, tra questi, spiccavano Dilthey e Mommsen.
Dopo aver studiato giurisprudenza, economia, storia e filosofia aderisce alla lega Pangermanica. Se ne distanzierà in seguito per via dell’indifferenza mostrata, dalla lega stessa, verso la questione dell’immigrazione dei contadini polacchi.
Dedicatosi alla storia agraria romana, sotto l’influsso di Mommsen aderisce a una “fondazione di socialisti della cattedra” con Wagner, Schmoller, Brentano (Associazione per la politica).
Durante il periodo in cui ricoprì la carica di professore di economia all’università di Friburgo, Max Weber, fu colpito, nel 1903, da una crisi nervosa che lo costrinse alle dimissioni.
In questo periodo iniziarono le sue riflessioni sull’avalutabilità, un continuo processo di affrancamento dei valori che lo porta ad affermare che lo studioso ha il compito di analizzare, indipendentemente dalla tirannia dei valori.
La scienza deve verificare gli asserti tramite spiegazioni causali, sottoporre gli avvenimenti a processi di imputazione di cause; la scienza politica stessa deve essere predittiva ed essere perciò in grado di fare previsioni.
La sua opera “L’etica protestante e lo spirito del capitalismo” sostiene una stretta relazione tra protestantesimo e capitalismo poiché, secondo le sue teorie, il capitalismo poté svilupparsi e acquisire le caratteristiche per cui venne conosciuta solo per il fatto che la sua “culla” fu il protestantesimo stesso.
Dopo un viaggio negli USA e il contatto con il capitalismo americano (di cui ebbe una vivida impressione) conobbe Windelband, Troeltsch, Michels, Tonnies, Simmel, Lukács, Jasper.
Nel 1918 Max Weber tornò all’insegnamento a Vienna passando dal parlamentarismo alla repubblica presidenziale, ora ha una concezione cesaristica del potere e influenza la costruzione della Repubblica di Weimar.
Tenne quindi 2 conferenze:
-Scienza come professione
-Politica come professione (come vocazione), pubblicata come “Il lavoro intellettuale come professione”.
Nel 1920, dopo aver abbandonato il partito democratico, morì.
Era il 14 giugno.
8 commenti
Peeesaaaanteeee……:P
Non posso darti torto per una volta… ahahaha.
Sono certa di averlo studiato… mi hai aperto qualche cassettino da qualche parte… ;)
Richiudi il cassetto sennò rischi un incubo ;-)
Un argomento abbastanza ostico :-)
I prossimi lo saranno meno, lo prometto ;-)
la crisi del positivismo è uno dei miei temi preferiti…
monica c.
Non fatico a crederlo… potresti deliziarci con un post ad hoc ;-)