Il Passo dello Stelvio, nel Parco Nazionale dello Stelvio, posto a 2758 metri sul livello del mare, è il valico stradale più alto d’Italia; ma non basta, è anche il secondo più alto d’Europa.
Solo il francese Colle dell’Iseran, a 2770 m.s.l.m. nella Regione Rhône-Alpes si trova più in alto; ci sono però strade di una certa importanza che raggiungono altezze più elevate: un esempio su tutte è il Pico del Veleta in Spagna. Situato nella Sierra Nevada, tocca la considerevole altezza di 3392 metri (non è però asfaltato e, una volta in cima, bisogna necessariamente tornare in dietro).
La storia del Passo dello Stelvio
La storia del Passo dello Stelvio è suggestiva: sotto l’egemonia di Napoleone furono realizzati i primi progetti per collegare Milano alla Baviera, successivamente, l’Imperatore Francesco I d’Austria, ai primi dell’ottocento, pretese una strada che, passando per la Valtellina, potesse collegare la Val Venosta che conduceva a Vienna a Milano, allora di dominio austriaco.
I lavori presero il via nel 1822 e terminarono 3 anni; ciò, grazie all’ingegnere Carlo Donegani, già progettista del Passo dello Spluga, e ai numerosi uomini che vi lavorarono incessantemente. Ricordiamo che il Passo dello Spluga si trova a 2114 metri e fu realizzato dal 1821 al 1823.
Gli austriaci, per difendere i propri confini, non lontano dal Passo costruirono 3 fortificazioni difensive che costituirono lo Sbarramento Gomagoi: il Forte Klein Boden, il Forte Weisser Knott e il Forte Gomagoi. I resti della fortificazione Goldsee sono ancora presenti al Passo.
Fino alla Prima Guerra Mondiale (nel 1915) il Passo era sempre aperto e transitabile (diligenze e spalatori); dopo la vittoria italiana iniziò a restare chiuso durante il periodo invernale e, in caso di abbondanti nevicate, ancora oggi, da ottobre a maggio (a volte anche oltre), potrebbe essere chiuso.
Il Passo dello Stelvio funge da divisorio tra le Alpi Retiche Occidentali (in cui spicca il Pizzo Bernina, con 4049 metri) e le Alpi Retiche Meridionali (con l’Ortles a farla da padrona con i suoi 3902 metri) inoltre, separa la Lombardia dal Trentino Alto Adige appartenendo così in parte a Bormio e in parte a Trafoi (Bolzano).
Le caratteristiche della strada
La strada che conduce alla cima, la Strada Statale 38 dello Stelvio, ha una particolarità: spettacolari tornanti che si susseguono impietosi inerpicandosi. Ce ne sono ben 36 dal lato lombardo e 48 da quello altoatesino inoltre, in certi tratti il percorso si stringe, costringendo il transito a un solo veicolo alternato. I più fortunati potrebbero vedere moltiplicate esponenzialmente le difficoltà e incappare nel passaggio di qualche autobus.
Tra un tornate e l’altro ci sono anche numerose caratteristiche gallerie scavate nella roccia, risalenti ai secoli scorsi e lasciate senza alcuna miglioria; lo scenario è da favola e spesso, visto le pendenze e le curve, il tracciato viene inserito nelle tappe del Giro d’Italia per incrementarne la difficoltà.
In cima la vista a 360° è a dir poco mozzafiato e, essendo chiuso in inverno e con le vette innevate praticamente tutto l’anno, in estate, il Passo è sede di sci estivo; qui sorge l’Università dello Sci Giuseppe Pirovano (di proprietà della Banca Popolare di Sondrio, che sul Passo ha il record di sportello più alto d’Europa). Sono presenti anche piste, funivie, skilift, alberghi, rifugi, negozi di souvenir.
Poco prima di giungere al Passo, provenendo da Bormio, sulla sinistra si trova una deviazione che conduce al vicino Passo dell’Umbrail o Giogo di Santa Maria; qui, a 2503 metri, si trova il valico svizzero più alto che conduce al Cantone dei Grigioni. Nei pressi del Passo sorge invece il sacrario Militare dello Stelvio.
Da tempo si discute della possibilità di far pagare un pedaggio per poterlo raggiungere; il Green Pass fornirebbe i fondi per la manutenzione del Passo stesso e par la sua valorizzazione.
C’è però una scappatoia.
Provenendo ad esempio dal versante lombardo, basterà prendere per il Passo dell’Umbrail; così, attraversando questa parte piuttosto sconosciuta ma spettacolare dell’Engadina, si tornerà in Italia a Prato allo Stelvio. L’unico inconveniente sarà la mancata percorrenza dei 48 tornanti altoatesini.
8 commenti
Complimenti, bellissimo post, molto interessante e dettagliato! Buona settimana!
Grazie :-) Merito del Passo che è davvero strepitoso! Buona settimana anche a te?
Non sono mai stata al Passo dello Stelvio, é strano pensare come spesso cerchiamo la bellezza all'estero e poi é qui a portata di mano :) . Aprofitto di questo commento per ringraziarti della tua bravura, leggo i tuoi articoli sempre molto volentieri :) ciao
Grazie, anche io ti leggo volentieri, sei davvero bravissima e i tuoi post sono sempre approfonditi :-) Quanto al Passo dello Stelvio, se ti capita l'occasione e non soffri troppo i tornanti cerca di percorrerlo… se ci vai in estate portati comunque un maglioncino o un giacchino, io ci sono stata in agosto, c'era la neve, il vento ed era freschino. :-)
Bello davvero, raccontaci pure qualche aneddoto del posto:)
Ciao Luke, è davvero bello, non vedo l'ora di tornarci :-) Cosa ti piacerebbe sapere?
Che bello, non sono mai arrivata a quei tornanti e non ne conoscevo la bellezza, e dire che stavo a pochi chilometri da Bormio
deve essere molto suggestivo ma non sono mai stata al Passo dello Stelvio, posso solo immaginarlo