Perché si dice “marinare la scuola”?
Avete mai marinato la scuola, saltato le lezioni senza avvertire i genitori, andando a spasso sperando di non essere “beccati” e dover subire così punizioni ben peggiori dall’aver preso un brutto voto, o dall’aver invece dovuto ascoltare ore di lezioni che non avreste voluto sentire per nessun motivo al mondo?
Se rientrate tra quegli studenti che almeno una volta hanno deciso di non presentarsi in classe, affrontando i pericoli che l’assenza ingiustificata comporta, allora, probabilmente, avrete sentito anche la frase “marinare la scuola”.
In alternativa potreste aver sentito dire “fare sega”, “bigiare”, “forcare”, “fare spago”, “fare fruscio”, “zumpare”.
Come vedete, non in tutte le regioni l’atto del non presentarsi a scuola per svolgere attività alternative “più divertenti” viene detto nello stesso modo.
Tuttavia, l’espressione “marinare la scuola” è diffusa in talmente tante zone, da essere entrata nei modi di dire più comuni.
Perché si dice marinare la scuola?
Nulla a che vedere con il mare, con le promesse da marinaio, con la presunta inaffidabilità di chi solca i mari.
Si lega piuttosto all’ambito culinario e all’azione di marinare, metodo utilizzato prima di cuocere, per insaporire i piatti.
Quando si marina della carne, del pesce o un altro alimento, lo si immerge per un lungo periodo in aceto e lo si aromatizza con spezie per cucinarlo solo in un secondo tempo. Da questo punto di vista costituisce un metodo di conservazione che permette di non consumare immediatamente.
Marinare, riferito alla scuola, si riferisce a rimandare l’accesso alle lezioni, “conservare” la scuola, rimandando a un secondo tempo il seguire le lezioni.
Non sarebbe quindi necessario “consumare” immediatamente le lezioni che verrebbero “tenute da parte” per un altro momento.
… peccato però che le lezioni proseguano indipendentemente da chi in classe è presente, e chi invece “ha marinato”.
E da voi, quale modo si usa per indicare che si è saltata la scuola?
1 commento
MOLTO BELLO CONOSCERE QUESTE CURIOSITà, GRAZIE INFINITE, UN ABBRACCIO