Per inaugurarla ho scelto una poesia di Marina Ivanovna Cvetaeva (1892-1941), Indizi. Marina fu una poetessa e scrittrice russa, morta suicida dopo una vita travagliata, in cui disgrazie e negatività sembravano susseguirsi in maniera sorprendente.
Donna dall’animo inquieto, ribelle e romantico, studiò alla Sorbona e scandalizzò, non poco, per il suo modo di fare controcorrente rispetto a quello del periodo storico e della cultura in cui era inserita.
Pose fine alla sua vita dopo lunghi periodi di sofferenza e tribolazione, in assoluta solitudine e scansata da tutti; solo molti anni dopo, si tornò a parlare di lei e le sue opere furono rivalutate ottenendo il giusto riconoscimento.
Come spostando pietre:
geme ogni giuntura! Riconosco
l’amore dal dolore
lungo tutto il corpo.
Come un immenso campo aperto
alle bufere. Riconosco
l’amore dal lontano
di chi mi è accanto.
Come se mi avessero scavato
dentro fino al midollo. Riconosco
l’amore dal pianto delle vene
lungo tutto il corpo.
Vandalo in un’aureola
di vento! Riconosco
l’amore
dallo strappo
delle più fedeli corde
vocali:
ruggine, crudo sale
nella strettoia della gola.
Riconosco l’amore dal boato
– dal trillo beato –
lungo tutto il corpo!
7 commenti
per la vita, la fine tragica e lo stile mi ricorda un poco la grande cantautrice cilena Violeta Parra…
Molta sofferenza in questi splendidi versi
monica c.
Tragicamente bella!
@Monica, non la conosco, andrò ad informarmi :-)
@Mara, concordo! Per la vita che ha trascorso Marina non poteva che essere così. :D
In genere non amo le poesie… ma questa è davvero toccante. Ottima segnalazione! ;)
Si si, molto bella ;-)
Molto sofferta e molto bella. Non conoscevo questa poetessa quindi andrò a documentarmi ^_^
Non te ne pentirai, una donna forte e fragile al tempo stesso :-)