Dopo alcune settimane torna di nuovo “Sabato in poesia” e, per , ho scelto un componimento di Eugenio Montale: “Le parole”, tratto da Satura, Satura II.
LE PAROLE
Le parole
se si ridestano
rifiutano la sede
più propizia, la carta
di Fabriano, l’inchiostro
di china, la cartella
di cuoio o di velluto
che le tenga in segreto;
le parole
quando si svegliano
si adagiano sul retro
delle fatture, sui margini
dei bollettini del lotto,
sulle partecipazioni
matrimoniali o di lutto;
le parole
non chiedono di meglio
che l’imbroglio dei tasti
nell’Olivetti portatile,
che il buio dei taschini
del panciotto, che il fondo
del cestino, ridottevi
in pallottole;
le parole
non sono affatto felici
di essere buttate fuori
come zambracche e accolte
con furore di plausi e
disonore;
le parole
preferiscono il sonno
nella bottiglia al ludibrio
di essere lette, vendute,
imbalsamate, ibernate;
le parole
sono di tutti e invano
si celano nei dizionari
perché c’è sempre il marrano
che dissotterra i tartufi
più puzzolenti e più rari;
le parole
dopo un’eterna attesa
rinunziano alla speranza
di essere pronunziate
una volta per tutte
e poi morire
con chi le ha possedute.
5 commenti
Bella poesia .. non la conoscevo.. ed un sorriso mi è venuto leggendo .. "le parole
non sono affatto felici
di essere buttate fuori
come zambracche e accolte
con furore di plausi e
disonore;" Forte ! :-)
oh, che bello, questa rubrica settimanale mi piace molto. la poesia mi a fatto riflettere molto…
monca c.
Anche se volge al termine, ti auguro buona domenica!
Che strana poesia, non la conoscevo. Ha qualcosa di insolito dallo stile di Montale…Ciao
@Lavia, ahahah, povere parole, obbligare a far quello che vogliamo noi :-)
@Monica, mi fa piacere :-)
@Letizia, grazie, buona nuova settimana :-)
@Duran63, qui ormai siamo nella maturità… lontani forse dalle più note :-)