Questo “Sabato in poesia” vorrei dedicarlo a tutti coloro che stanno soffrendo a causa della tragedia che in queste settimane ha colpito il nostro paese.
Il terremoto sta mettendo in ginocchio un popolo, un economia, la realtà di migliaia di persone che giorno dopo giorno, con coraggio e determinazione non si scoraggiano e continuano, fino allo stremo delle forze, a lottare contro il destino.
Un popolo fiero e orgoglioso cui va la mia vicinanza, seppur virtuale, nel momento della difficoltà. Dedico loro questa poesia, sfuggita nel tempo ai più, uno splendido sonetto di Umberto Saba pubblicato su “Il piccolo di Trieste” nel 1908, con il nome di Umberto da Monreale.
Il terremoto del 1908, fu un flagello che spazzò la vita e il futuro di un numero di persone compreso tra le 90.000 e le 120.000. Questa la sua dedica.
Messina (1908)
Io non la vidi mai, che d’essa noto
n’era il nome e non più. Nel mio pensiero,
quanto vedevo immaginando il vero,
è quello che distrusse il terremoto.
Vedea uno stretto da varcarsi a nuoto;
di cupe frondi un dondolio leggero:
col porto di vocianti uomini nero,
sotto un meriggio eternalmente immoto,
biancheggiar la città, vasta aranciera.
ora veggo macerie, onde la fiamma
esce, o un lungo sottil braccio di cera.
Vagano cani ritornati fiere:
mentre al bimbo che piange e chiede mamma
canta la ninna-nanna un bersagliere …
3 commenti
Bella dedica lauretta <3
ottima idea…
monica c.
Grazie…