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Per questo “Sabato in poesia” la scelta è ricaduta su una poesia (San Martino) che ha acceso un dibattito in famiglia nel corso della scorsa settimana; per qualche strano motivo, le versioni conosciute non coincidevano così, ho pensato di cercarla e decretare il vincitore della diatriba.
“San Martino” è nota non solo per essere stata scritta da Giosuè Carducci ma anche, per essere stata portata al successo e resa accessibile anche a chi non avesse particolare voglia di studiare, da Fiorello che, negli anni ’90 ne ha presentato una versione cantata.
SAN MARTINO
La nebbia a gl’irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;
ma per le vie del borgo
dal ribollir de’ tini
va l’aspro odor dei vini
l’anime a rallegrar.
Gira su’ ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando:
sta il cacciator fischiando
su l’uscio a rimirar
tra le rossastre nubi
stormi d’uccelli neri,
com’esuli pensieri,
nel vespero migrar.
5 commenti
Che bello che tu la abbia ricordata. la condivido nel mio Blog, e su Facebook. Ciao
ahhh… perfetto! san martino cade domani.. la poesia non è uno splendore ma è intonatisdima al tempo di milano di oggi… e poi è una di quelle che si ricordano sempre a memoria, anche dopo decenni
monica c.
Hai fatto bene a ricordare anche Fiorello, considerato che "grazie a lui" la conoscono proprio tutti!
Ma proprio tutti eh! ^_^
Bravo Fiorello:)
@Duran63, grazie :-)
@Monica, è vero il tempo ispirava proprio… per fortuna è passato ;-)
@Letizia, credo di aver vinto la sfida grazie a Fiorello ;D
@Luke, già, davvero bravo :-)