Il singhiozzo, fastidio capitato a tutti almeno una volta nella vita, è una contrazione involontaria del muscolo del diaframma, ripetuta a intervalli che possono essere regolari o irregolari.
Il noioso fastidio è causato dall’irritazione del nervo frenico, quello che regolarizza le contrazioni del diaframma stesso.
Il singhiozzo si presenta con il tipico suono “hic”, dovuto alla repentina chiusura della glottide, la valvola che separa gli apparati respiratorio e digerente. Può essere ritmato, continuo e soprattutto incontrollabile, perché coinvolge anche alcune parti del sistema nervoso non controllabili, come l’ipotalamo. Anche per questo si presenta in maniera del tutto improvvisa.
Qual è la causa che provoca il singhiozzo?
Le cause che ne provocano l’insorgere possono essere molteplici:
- un pasto abbondante
- ingerimento di cibo o liquidi (soprattutto) in maniera troppo veloce
- troppe bevande gassate
- consumo esagerato di alcolici
- sbalzi di temperatura eccessiva
- ingestione alternata di cibi e bevande troppo fredde e troppo calde
- forte emotività dovuta a stress
- agitazione ed eccitazione.
Inoltre, pare si presenti maggiormente negli uomini che nelle donne e in soggetti che possono aver subito alcuni interventi chirurgici.
Esistono fin dalla notte dei tempi diversi tipi di rimedi per porre fine al singhiozzo, anche se non se ne può indicare uno migliore o più valido degli altri, sono come tradizioni e leggende tramandate ma che hanno comunque un qualcosa che li rende funzionanti.
Come faro passare?
Cosa fare se si ha il singhiozzo?
Trattenere il fiato
Il più pratico e attuato è sicuramente quello di trattenere il fiato per circa 10-15 secondi, così facendo il diaframma arriverà a rilassarsi, a seguito anche dell’ampia ispirazione che precederà l’operazione.
Ingerire acqua
Un altro metodo è quello di ingerire piccoli sorsi d’acqua in rapida successione o un bicchiere tutto in una volta tappandosi il naso (addirittura bevendo dal bordo opposto), i più temerari possono provare con ghiaccio tritato finemente da ingerire come l’acqua. Ancora non vi è passato?

L’acqua per far passare il singhiozzo
Aceto, zucchero o limone
Vediamo altri metodi: vi è il rituale del cucchiaino di aceto, oppure succo di limone o addirittura zucchero, può essere utile stimolare lo starnuto o mettersi a testa in giù.
S amate il sapore dell’aceto, potete provare a metterne qualche goccia sulla lingua.
I punti dell’agopuntura
Tra i metodi più moderni, c’è quello di premere con le dita un punto ben localizzato nelle orecchie, seguendo i principi dell’agopuntura.
E’ possibile inoltre cercare di far passare il singhiozzo tirando la lingua stimolando i nervi e i muscoli della lingua. Ripetere un paio di volte.
Lo spavento
Sempre in tema di leggende, quella più famosa consiste nel far prendere uno spavento all’interessato oppure bagnarsi i lobi delle orecchie; in ambo i casi comunque pare che l’obiettivo sia quello di far distrarre il “paziente”.
Finocchio dolce
Chi preferisce l’erboristeria, sappia che 3 gocce di olio essenziale di finocchio dolce (non in gravidanza o nei bambini) su una zolletta di zucchero da succhiare lentamente possono rivelarsi utili.
Attenzione, in ogni caso non assumete oli essenziali per via interna senza consultare uno specialista!
Il singhiozzo generalmente scompare dopo alcuni minuti o addirittura ore, se dopo 48 ore non fosse ancora scomparso è il caso di cominciare a consultare il medico perché potrebbero esserci dei seri ma risolvibili problemi (a volte anche una banale gastrite provoca il tanto odiato singhiozzo) che, solo dopo una serie di esami accurati, verrà evidenziato e risolto.
2 commenti
ho avuto il singhiozzo continuo notte e giorno per almeno una settimana, sorto dopo asportazione di un rene, ho provato a trattenere il respiro senza risultato alcuno, mi e' passato dopo che mi hanno fatto ingerire da mangiare.
Caspita! Deve essere stato straziante non riuscire a fermarlo in nessun modo per così tanto tempo. Per fortuna si è risolto in maniera semplice, senza farmaci o azioni invasive che avrebbero pesato ulteriormente su un fisico (presumo) già provato.