L’Italia, nonostante la crisi che sta attraversando, può essere comunque considerata, almeno dal punto di vista della cultura imprenditoriale, altamente competitiva; con Stati Uniti, Inghilterra e Germania, è infatti uno dei paesi che si impegna maggiormente a creare un ecosistema di start-up.
Secondo i dato di Italia Start-Up e delle Camere di Commercio d’Italia, nel 2013, oltre 110 milioni di euro sono stati investiti nel settore e 1554 società italiane si sono iscritte alla sezione startup del Registro delle Imprese. Numeri destinati a crescere nel nuovo anno, portando con sè maggiori possibilità occupazionali per i neolaureati; i settori in cui le start up trovano maggiore applicazione sono il web (49%), ICT (21%), servizi (19%) , elettronica e prodotti di consumo.
La Facoltà di Economia dell’Università “Niccolò Cusano” ha realizzato un’infografica che illustra le fasi di vita, fonti di finanziamento, protagonisti ed enti coinvolti nel processo di realizzazione di una startup e nello sviluppo di una cultura “startup oriented”.
Mediamente i fondatori delle startup sono tre, hanno una media di 30 anni, il 48% vive al Nord e il 53% possiede una laurea di primo livello; nell80% dei casi inoltre, alle spalle di chi si lancia in questa avventura, c’è già un’esperienza lavorativa come dipendente, esperienza che lo ha portato a maturare il progetto imprenditoriale.
Per la complessità dell’argomento e per dare un aiuto a chi vorrebbe avviare un progetto d’impresa ad alto contenuto tecnologico, l’infografica offre un aiuto concreto illustrando gli step da seguire, i soggetti da coinvolgere per ottenere i finanziamenti alfine di generare reddito e portare la startup ad un exit: bootstrapping, incubatori, investitori, Stato, università, business angel, mentor, venture capitalist, acceleratori e così via.
Un ruolo di primo piano lo hanno gli incubatori, laboratori specializzati che aiutano gli imprenditori a comprendere come sviluppare e realizzare il progetto, verificando la fattibilità sotto tutti i punti di vista.
Alcune società come la neonata Amc Instruments, attiva nella ricerca biologica e meccatronica, Jobrapido, conosciuto per aver realizzato il portale dedicato agli annunci di lavoro, Viamente, impegnata nel settore della logistica e trasporti, Creabilis, operante nel settore delle biotecnologie, devono il loro successo agli incubatori, in grado di disseminare innovazione e contribuire allo sviluppo economico del paese.
E’ lo stesso staff Unicusano ad affermare che: “Se le piccole e medie imprese italiane perdono ogni anno migliaia di posti di lavoro e faticano a restare a galla perché schiacciate da una burocrazia contorta e da una pressione fiscale ai massimi storici, le startup possono usufruire dei vantaggi fiscali previsti dal decreto Sviluppo Bis del Governo Monti. Non solo: pur rappresentando circa il 2% dell’universo produttivo italiano, le startup creano più occupazione delle imprese tradizionali per i giovani e in questo modo contribuiscono alla crescita economica”.
2 commenti
speriamo che questo sia da monitor anche ad altre attività
Speriamo :-)